Disturbi psicosomatici (neurovegetativi)

Stress traumatico e corpo. Oggi sappiamo che il trauma ha effetti profondi sul corpo e sul sistema nervoso, e che molti sintomi dei soggetti traumatizzati hanno una base somatica. I pazienti che soffrono di traumi irrisolti riferiscono quasi sempre di esperienze somatiche non regolate: una cascata incontrollabile di forti emozioni e di esperienze fisiche ingestibili, attivate da elementi che ricordano l’evento traumatico. Il trauma si ripete incessantemente nel corpo. Spesso questo arousal fisiologico cronico è alla base dei sintomi post-traumatici ricorrenti per i quali il paziente viene in terapia. La psicosomatica indaga la relazione tra mente e corpo, ovvero tra il mondo emozionale ed affettivo e il soma. Ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la psiche, la mente, produce sul soma, il corpo.
I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie che comportano danni a livello organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali. I sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress.

Le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto, l'impazienza, l'indecisione e la preoccupazione possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare. I pensieri troppo angosciosi, quindi, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione persistente il quale può provocare dei danni agli organi più deboli.
Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi nell’apparato gastrointestinale (gastrite, colite ulcerosa, ulcera peptica), nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria), nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi), nel sistema cutaneo (la psoriasi, l'acne, la dermatite atopica, il prurito, l'orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione profusa), nel sistema muscoloscheletrico (la cefalea tensiva, i crampi muscolari, il torcicollo, la mialgia, l'artrite, dolori al rachide, la cefalea nucale) e nell’alimentazione.
Sintomi psicosomatici sono comuni nelle varie forme di depressione e in quasi tutti i disturbi d'ansia, ma esistono dei disturbi psicosomatici veri e propri in assenza di altri sintomi di natura psicologica, che rendono più difficile, per il soggetto, imputare il malessere fisico ad un problema psicologico piuttosto che ad un malfunzionamento organico.


Info

Disturbi psicosomatici: quando il corpo parla
Non sempre le conseguenze di un trauma passato vengono messe in relazione con i disturbi odierni. La reazione naturale dell'essere umano di fronte a un evento troppo doloroso, spaventoso, oppure indicibile, è quella di bandirlo dalla propria coscienza. Ma il corpo ricorda e si riattiva.
Quando il corpo si difende da emozioni dolorose e intollerabili manifesta il proprio disagio su alcuni organi, detti bersaglio. È il meccanismo di azione dei disturbi psicosomatici. L'ansia, la sofferenza, le emozioni troppo dolorose per poter essere sentite e vissute, trovano una via di scarico immediata nel corpo, incanalandosi in uno o più sintomi.
Le emozioni possono essere vissute ed espresse attraverso il corpo?
Sì, certamente! Infatti, la paura fa sudare freddo, la rabbia fa venire molto caldo, l’amore fa battere il cuore e l’ansia fa rallentare la salivazione, etc. Chiaramente, si tratta di piccoli esempi che mostrano come il corpo è strettamente connesso alle emozioni.

Quale terapia per i disturbi Psicosomatici?

Stabilizzazione e riduzione dei sintomi: La disregolazione degli stati emozionali e di arousal (attivazione corporea) è un problema, spesso grave nei pazienti con traumi complessi e puo essere considerata uno dei segni distintivi di avvenuta traumatizzazione. Compito primario di cura è la stabilizzazione (fase 1 della terapia del trauma), evitando che il paziente esca dalla finestra di tolleranza. Come succede per una utile cassetta degli attrezzi, la Psicoterapia Sensomotoria offre varie modalità per espandere la finestra di tolleranza, aumentandone l'ampiezza e permettendo così al paziente di avere una maggior tolleranza di sensazioni, emozioni e ricordi e pensieri legati al trauma, riuscendo sempre meglio ad evitare gli stati di franca disregolazione dell arousal. Una finestra più ampia significa anche la possibilità di mantenere un buon livello di mindfulness anche a fronte di sensazioni intense, come quelle evocate dalle componenenti traumatiche.

Una volta che il paziente ha acquisito una maggiore stabilità, maggiori risorse si può accedere alla fase di elaborazione del trauma. Attraverso una condivisione, il paziente e il terapeuta formaulano un piano terapeutico per decidere cosa trattare e in che modo. A volte è necessario lavorare anche sulla riduzione della dissociazione. La scelta di quali strumenti terapeutici (CBT, EMDR, Psicoterapia Sensomotoria) avviene all'interno di una personalizzazione del percorso. Sia nella prima fase della stabilizzazione che nella seconda fase dell’elaborazione del trauma, ma soprattutto nella seconda, si giunge ad una significativa diminuzione dei sintomi del trauma, così come di una progressiva integrazione delle parti dissociate.