I traumi passati
I traumi passati condizionano il presente: una realtà che i clinici conoscono da tempo. Il maltrattamento domestico, l’abuso infantile, la piaga della pedofilia. La ripetizione e la riproposizione di antiche violenze. Si conoscono anche effetti sul cervello e sull’intero organismo che i neuroscenziati sono in grado di mostrare e illustrare. Ora tutto questo, ben noto da tempo agli “addetti ai lavori”, viene finalmente riconosciuto anche dalla collettività, per le sue enormi ricadute sullo sviluppo, sugli individui, sulla società intera. Le esperienze traumatiche, infatti ‐ soprattutto se perpetrate all’interno della famiglia da adulti significativi ‐ condizionano non solo lo sviluppo psicologico e la salute mentale del bambino, non solo la sua capacità di stabilire relazioni affettive soddisfacenti una volta divenuto adulto e genitore a sua volta, ma addirittura il funzionamento del Sistema Nervoso, dell’apparato neuroendocrino, del benessere fisico durante l’intero arco dell’esistenza. L’essere stati ripetutamente esposti, da bambini, a violenza e ad abusi costituisce inoltre un innegabile, decisivo fattore di rischio per diventare in futuro un adulto maltrattante
Il maltrattamento fisico e psicologico
Il maltrattamento si concretizza negli atti e nelle carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine, attentano alla loro integrità corporea, al loro sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza, lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di terzi.
Il maltrattamento può concretizzarsi in una condotta attiva (percosse, lesioni, atti sessuali, ipercura) o in una condotta omissiva (incuria, trascuratezza, abbandono).
Patologia delle cure nelle condizioni in cui i genitori o le persone legalmente responsabili del bambino, non provvedono adeguatamente ai suoi bisogni, fisici e psichici, in rapporto al momento evolutivo ed all'età. tre categorie cliniche: l'incuria vera e propria (i bambini trascurati) si realizza quando le cure sono insufficienti (cibo, igiene, cure mediche) e si manifesta con ripercussioni sullo stato di salute, con segni fisici e comportamentali; la discuria si realizza quando le cure vengono fornite ma in modo distorto, non appropriato al momento evolutivo e ciò può condurre ad anacronismo delle cure, imposizione di ritmi di acquisizione precoci, aspettative irrazionali, iperprotettività; l'ipercura si realizza quando le cure dello stato fisico sono caratterizzate da una persistente e eccessiva medicalizzazione.
Violenza assistita è il fare esperienza da parte del/della bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica violenza verbale, psicologica (svalutare, insultare, isolare dalle relazioni parentali ed amicali, minacciare di picchiare, di abbandonare, di uccidere, di suicidarsi o fare stragi…) violenza sessuale violenza economica (impedire di lavorare, sfruttare economicamente, impedire l’accesso alle risorse economiche, far indebitare…) compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative, adulte o minori; Di tale violenza il/la bambino/a può fare esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti.
L'abuso sessuale
Qualsiasi
forma di violenza, ma in particolare quella sessuale costituisce sempre un attacco confusivo e destabilizzante alla personalità in formazione di un bambino, provocando gravi conseguenze a breve, medio e lungo termine sul processo di crescita. Il trauma, se non rilevato, diagnosticato e curato, può produrre disturbi psicopatologici o di devianza nell'età adulta. Il danno cagionato è tanto maggiore quanto più il maltrattamento resta sommerso e non viene individuato, è ripetuto nel tempo, la risposta di protezione alla vittima nel suo contesto familiare o sociale ritarda, il vissuto traumatico resta non espresso o non elaborato, la dipendenza fisica e/o psicologica e/o sessuale tra la vittima e il soggetto maltrattante è forte. Soprattutto, se ll legame tra la vittima e il soggetto maltrattante è di tipo familiare. L'assenza di evidenze traumatiche nel fisico non può escludere l'ipotesi di maltrattamento).
Si parla di abuso sessuale infantile quando un adulto sfrutta o utilizza a fini sessuali un/a bambino/a che, per ragioni evolutive, non è in grado di capire cosa gli sta succedendo e che può, psicologicamente o socialmente, subire l'ascendente dell'abusante. Gli abusi possono essere limitati ad un solo episodio o ripetersi anche per molto tempo (a volte anche anni) fino all’età adulta. L'abuso sessuale infantile può manifestarsi in diverse forme: • esibizionismo; • toccamenti nelle zone genitali; • masturbazione tra adulti e bambini; • incoraggiamento/costrizione di bambini alla vista di atti sessuali; • rapporto orale; • penetrazione (vaginale o anale); • utilizzazione di bambini nella pornografia; • esibizione di film o immagini pornografiche a bambini; • induzione alla/ sfruttamento della prostituzione minorile.
La violenza sessuale sui bambini entro le mura domestiche è un fenomeno molto più diffuso di quanto si creda. Tuttavia, il numero di casi denunciati è esiguo. Quando un padre, un altro parente adulto (fratello maggiore, zio o cugino) o un amico di famiglia abusano di un minore, non è infrequente che gli altri membri siano a conoscenza del fatto, ma rifiutino la possibilità che sia vero. La violenza sessuale, rispetto a quella fisica e psicologica, è universalmente condannata, eppure resta celata dietro a un muro di silenzio, come e anche più di altre forme di violenza fisica non sessuali. Questo silenzio deriva dall’incredulità, dalla rabbia, dalla paura o dalla vergogna, sentimenti che possono essere così schiaccianti che la stessa vittima finisce per credere che l’abuso non si stia davvero compiendo.
Nei bambini che subiscono maltrattamenti si può osservare la coesistenza di sentimenti di colpa, che li portano a preoccuparsi degli altri e a cercare di riparare, e di vergogna, che implica una complessa deformazione delle percezioni e dell’immagine di sé. Il bambino si sente impotente, incapace di reagire adeguatamente e percepisce, come segni della propria incapacità, il fallimento dei tentativi con cui cerca di difendersi e giustificarsi. Percepisce il proprio corpo come diverso da quello degli altri e prova vergogna a mostrarlo, e nasconde i lividi che gli vengono provocati, considerandoli frutto di una propria mancanza. Nei bambini vittime di abusi sessuali la vergogna, la timidezza e l’imbarazzo finiscono per rinforzare la sensazione di essere inadeguati e diversi a causa di comportamenti sintomatici percepiti estremamente inaccettabili e inesprimibili. L’esperienza di colpa e/o di vergogna rinforza in misura significativa una rappresentazione di sé come “malvagio, cattivo o ridicolo” ed una rappresentazione dell’altro come “rifiutante, controllante e minaccioso”.
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2017/02/maltrattamento-infantile-conseguenze/